martedì 22 aprile 2008

Fuori, la Pampa

Questa città in fondo mi vuole bene.
Oggi, giorno di partenza, non voleva farmi andare via. E ha provato a trattenermi con una giornata spettacolare, finalmente senza fumo, il cielo limpidissimo, sole, un caldo estivo.
Ma niente, non mi sono lasciato corrompere. Aveva anche provato, ieri, a non farmi prelevare per tutto il giorno, in modo che non avessi soldi per pagare l'ostello, ma stamattina sveglia di buon ora e giro di quattro banche diverse per prelevare i soldi necessari.
Il terminal Retiro di Buenos Aires è un posto assurdo. E' l'arteria centrale per la quale passano quasi tutte le rotte degli argentini (e dei turisti). C'è un sacco di gente che parte e arriva, ci sono un centinaio di piazzole per le partenze e diverse decine di partenze all'ora, ma tutto si svolge in maniera molto ordinata. Ti annunciano la partenza una ventina di minuti prima, come se fosse una stazione di treni che deve razionalizzare i binari.
C'è naturalmente un campionario di varia umanità, compreso un esercito di ragazze che vanno a caccia di chiunque abbia uno zaino per cercare di convicerlo ad andare al tal o talaltro ostello.
Ma perché l'autobus?
Il treno serve solo per una piccola parte della provincia di Buenos Aires, poi quasi scompare. L'aereo c'è ma è relativamente costoso. Rimane il servizio di trasporto tramine omnibus, che coprono in maniera capillare tutto il paese e sono una vera sorpresa. Anche qui, come per i colectivos di Buenos Aires, ci sono tante aziende diverse in concorrenza tra loro. E la concorrenza si attua, oltre che con sconti e tariffe più basse, a suon di servizi ed estetica. Già da fuori gli omnibus sono imponenti e colorati, con grandi disegni e scritte sulle fiancate.
Io sapevo poco su quale prendere, sapevo solo che ci sono vari tipi di posti, a seconda che tu abbia più o meno spazio per stederti. Vedo quello che come orario mi va meglio, e finisco senza saperlo in un fantastico omnibus ejecutivo, ovvero solo con i posti “cama”, quelli migliori. Costa naturalmente di più, ma parliamo sempre di 76 pesos (15 euro) per un tragitto di circa 500 chilometri.
Io pensavo ad uno scomodo viaggio in pullman e mi ero premunito con le classiche cose: ho mangiato prima, ho comprato l'acqua, sono andato in bagno, ecc.
Invece, una volta dentro, scopro con stupore il paradiso dei pullman: enormi sedili (ma dovrei dire meglio poltrone) in pelle con una marea di spazio avanti e dietro, l'hostess che ti porta il pranzo come in aereo, un distributore sempre a disposizione di caffé e acqua, tv che mandano film americani, le cuffie per la radio, e naturalmente un bagno gigante.
Guardo come fanno gli altri e capisco l'usanza: ci si mette al piano di sopra, c'è tutto un sistema per abbassare la poltrona che si abbassa mentre si alza un supporto per le gambe (come immagino succeda nella business class degli aerei nei voli a lungo raggio, ma qui c'è sicuramente più spazio), ci si toglie le scarpe, ci si sdraia come se si fosse a letto, e o si guarda il panorama così, oppure si dorme placidamente. Alcuni se sono svegli hanno la loro bottiglietta di acqua o coca o altro con la cannuccia e non fanno neanche lo sforzo di bere dalla bottiglia, una vera e propria homerata.
E' come viaggiare sul proprio letto ma con attorno, volendo (c'è un sistema per circondarsi con le tende per isolarsi dalla luce o dagli sguardi dei vicini!) l'Argentina che scorre.
Poi l'omnibus ha delle sospensioni eccezionali, non senti nulla, boh. Sicuramente sono capitato in uno di lusso, ce ne sono anche di scalcinati, ma, anche se sono sempre stato a favore del treno e contro il trasporto su gomma, così è davvero una favola viaggiare.
Unico appunto al mio omnibus della compagnia “El rapido Argentino” il rivestimento in pelle delle poltrone, che oltretutto è caldissima, mi immagino d'estate, non c'è aria condizionata che tenga.
E fuori da buenos aires, naturalmente, ad aspettarmi c'è la pampa. La pampa umida, come si chiama questa che c'è a sud-est della città. Ma è pur sempre notevole trovarsi in un posto che non ha orizzonte, non c'è assolutamente nulla che interrompa lo sguardo per decine, forse centinaia di chilometri.
Non vi metto foto perché non rendono.
Tutto piatto. Solo erba, mucche, qualche albero. E neanche una collinetta messa lì per sbaglio, senza volerlo.
No, non è come la pianura padana. Perché qua c'è un'altra cosa che manca: le case. Non ce ne sono, semplicemente. Ogni tanto una stazione di servizio, ogni molto un piccolo paese costruito lungo la strada (che è un'autostrada, in realtà).
Il resto è pianura. Pardon, pampa.
Le uniche due cose verticali in effetti sono i pali della luce e qualche enorme (enorme) cartellone pubblicitario, ancora più assurdo perché sperduto nel nulla.
Cinque ore dopo, arrivo a Mar del Plata. Ma questa è un'altra storia.

P.s.: compatibilmente con gli internet café che troverò (a Bs As c'è il wifi gratis dappertutto, ma non credo che sarà lo stesso fuori) proverò a continuare a raccontarvi della capitale, anche perché ci sono ancora tantissime cose da dire.
Con qualche aggiornamento su dove sto, ma tanto in questi giorni sto principalmente incontrando emigrati italiani per approfondire un po' di idee per un documentario... Insomma sto lavorando per voi.

4 commenti:

  1. Lascia qualche mucca per i cugini, non te le finire.

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  2. Vabbè che mi consideri "poliglotta" (mah...), va bene che lo spagnolo è comprensibile....ma uno straccio di traduzione per i mortali ignoranti, no, eh? bello il pulmann...potremmo fittarcelo e girare il mondo...altro che camper! Per le notizie di politica, ormai mi sembra di vivere in un romanzo di dick, per cui possono fare anche la Carlucci presidente del consiglio, non mi fa più alcuno effetto... Sulla querelle se partire e fregarsene o restare e "combattere" ( ma poi per cosa? contro l'ignoranza non può nemmeno il nucleare) io penso che se uno ha delle cose buone da fare qua resta sennò, va via...e in cuor suo dice: "meno male che me ne sono scappato!"

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  3. Mar del Plata è gemellata con Bari. Mi raccomando a non fare figuracce come quando hai lasciato l'asado, ho una reputazione e le malelingue intercontinentali sono in agguato.
    Comunque, dato il gemellaggio, ci deve essere in centro una filiale di Arciuli che funge da consolato barese.

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  4. UAUAU!!!
    la prima esclamazione, anche se non originale, quando ho letto del pullman e ho visto le foto in attach. E io che sto programmando la risalita dello stivale in treno.. 18-24 ore... vuoi mettere il tuo pullman con le hostess, le tendine, i doppi "schermi" e forse hai pure il massaggiatore.
    Qui domani è festa. 25 aprile... spero che ce ne saranno ancora
    ro

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