mercoledì 23 aprile 2008

La Boca

La Boca: la bocca di Buenos Aires. Buenos Aires è il più meridionale dei tre grandi porti del mondo. Per arrivare alla Boca bisogna fare altri tre chilometri. Osservate la mappa: vedrete che le donne che sono lì non potrebbero effettivamente scendere più in basso di così. La Boca è la fine del mare. [...] La Boca è come una coscienza che, appesantita di tutti i peccati morali e trascinata a riva, sopravvive alle maledizioni del mondo”
Albert Londres

Se sei a Buenos Aires, non puoi non andare a vedere La Boca. Eppure tutti, dalla guida alla gente di qua, mi hanno detto di andare in taxi, di vedere il Caminito, la via più famosa di La Boca, e di tornarmene indietro.
Perché? perché il resto è muy peligroso.
Io non ci credevo granché, anche perché ho le mie idee sulla questione sicurezza a Buenos Aires di cui poi vi parlerò.
E allora, visto alloggio in un quartiere confinante, San Telmo, ci sono andato a piedi.
Anche perché non volevo perdermi, sulla strada, Parque Lezama. Che, secondo la leggenda, è il primo posto dove attraccò Pedro de Mendoza nel 1536, quando decise di fondare proprio qui la città di “Santa Maria de los Buenos Aires”.
All'entrata del parco c'è un'enorme statua del fondatore che ricorda l'evento. Su un altro lato c'è la casa arancione dell'ammiraglio Brown, un'eroe nazionale argentino anche se di nazionalità irlandese. Sua figlia che, pazza d'amore, entrò nel Riachuelo e si lasciò annegare, è conociuta come l'Ofelia del Rio della Plata. Il Museo Historico Nacional occupa un altro lato del parco, sembra che sia molto interessante ma purtroppo era chiuso. A nord, invece, c'è un piccolo anfiteatro che affaccia sull'unica chiesa ortodossa di Buenos Aires, con le sue cupole a mosaici che sembrano del tutto fuori luogo qui.
Borges fu arrestato dentro questo parco perché colto in atteggiamenti equivoci con Estela Canto: sembra che lei volesse fare l'amore con lui, mentre Borges era restio perché non erano sposati...
Dentro il parco, c'è anche l'ennesima lupa romana, una copia in bronzo di quella del Campidoglio, donata dal comune di Roma nel 1923.
Uscendo dal parco verso sud si entra nel quartiere di La Boca. C'è subito una specie di murales che richiama la vita del quartiere: balordi, prostitute, avventurieri, marinai. La Boca è un quartiere che è stato interamente sottratto alle paludi del mefitico Riachuelo per fare spazio ai nuovi arrivi. Il nome richiama la bocca del fiume, dove arrivò Juan de Garay all'epoca della seconda fondazione della città. E' il quartiere degli immigrati, tradizionalmente genovesi (per tantissimo tempo infatti è stato anche il quartiere italiano, all'inizio del secolo scorso qui si parlava soprattutto dialetto genovese), il quartiere del tango e del lunfardo, il gergo dei malavitosi del porto.
Per Borges La Boca era così strana che affermò che era “l'unico punto di Buenos Aires dove niente ricorda Buenos Aires, l'unico barrio dove i turisti venivano da altri barrios”.
Sebreli notò che per anni La Boca era stata il rione più pericoloso di Buenos Aires, soprattutto a causa dei bordelli, delle prostitute e delle bettole dove girava l'oppio. Sesso e droga, insomma, e per fortuna che non era stato ancora inventato il Rock'n'Roll...
In effetti sembra che negli anni '20, quando Buenos Aires rivaleggiava e spesso superava perfino le città europee, il quartiere a luci rosse della Boca fosse nel suo massimo “splendore”, tanto che è stato definito “il più importante mercato di carne umana del mondo”.
Questo perché la grande immigrazione che va dalla seconda metà dell'800 al 1924, era costituita soprattutto da giovani uomini soli, che volevano una donna in fretta ed erano disposti a pagare per averla.
Albert Londres, il giornalista del quale vi ho messo la citazione all'inizio, descriveva una città che “pullulava di maschi”, dove c'erano solo “uomini e nient'altro che uomini”.
C'era addirittura una cricca di magnaccia composta da 500 persone che si travestivano da finti rabbini e si chiamava Zwi Migdal: gestivano fino a 30.000 prostitute.
Nel suo “La tratta delle bianche” Londres descrive proprio questo ambiente, nel quale era riuscito a infiltrarsi:
La vera Boca è nelle Casitas. Sono incredibili. Gli uomini, invece di sedersi, stanno in piedi, appoggiati al muro. Umili, poveri, rassegnati, come una fila di poveri in attesa fuori da un ufficio di collocamento in inverno.
Ed è qui, in questi bordelli, che è nato il tango, che pare all'inizio gli uomini ballassero tra loro nell'attesa del loro turno. E questa solitudine e sproporzione tra uomini e donne spiega anche molta parte della malinconia dei testi.
Tutto, comunque, cambiò con il peronismo, quando la vita de La Boca come quartiere a luci rosse fu notevolmente limitata.
Negli anni '60 il quartiere diventò meta di artisti di ogni genere, e diventò il quartiere bohemienne della città.
Oggi è rimasto molto popolare, e sicuramente povero.
Sembra davvero di stare a Genova: ai lati delle strade le case hanno dei marciapiedi sopraelevati, alti quasi un metro, e questo perché il Riachuelo spesso esondava e allagava il quartiere.
Camminando per arrivare nella parte più vecchia di La Boca, si incontrano case povere ma ordinate, e tanta gente (soprattutto bambini e ragazzi) che vive per strada (nel senso di fuori di casa, sulla strada).
C'è un parco molto grande che in effetti è più una spianata di erba, e, sullo sfondo, il colorato stadio del Boca Juniors, che è forse il vero centro del quartiere.
Continuando, si arriva in fondo, e sul Riachuelo grandi macchine ricordano che questo prima era il porto della città. Il lungofiume è un vero e proprio passeggio, pieno di bancarelle e con un larghissimo marciapiede. Cominciano ad apparire le caratteristiche case di lamiera colorata. Sembra che i colori sgargianti derivino dalla vernice usata per dipingere le navi, che quando avanzava i marinai usavano per colorare le loro misere case.
L'aspetto generale è tutto sommato divertente, fino a che non si arriva al Caminito e lì tutto cambia: centinaia e centinaia di turisti si accalcano nella stretta strada (il cui nome deriva da un famoso tango) e, ligi alle indicazioni della guida, non osano uscire dal recinto preparato per loro dove li attendono decine di artisti di strada, venditori di vario genere e perfino un finto Maradona con la maglietta dell'Argentina che vi invita a farsi una foto con lui (a pagamento, ovviamente).
Quando sono andato io era domenica, mi avevano detto che era uno dei giorni migliori, in realtà è solo il giorno in cui ci sono più turisti e quindi più gente che cerca di vendergli qualcosa. I pullman attraversano il quartiere lentamente per permettere di scattare foto dalla sicurezza del proprio comodo posto, poi li scaricano e li vengono a prendere al Caminito.
Se non fosse chiaro, il Caminito non mi è piaciuto, sembra un luna park. Chissà, magari in un giorno feriale, o di sera...
Invece, spingendosi oltre, nelle piccole stradine, si scoprono scorci interessanti, bambini che giocano a pallone, gente che dalla finestra al primo piano si improvvisa venditore di qualsiasi cosa...
E poi arriva, quasi all'improvviso, come un tempo doveva essere San Pietro prima della creazione di via della Conciliazione, La Bombonera.
Sì, lo so, il paragone è un tantino forte, ma qui il Tempio è questo.
Già per tutta l'Argentina il calcio è una vera e propria fede (tanto che ha spinto una volta l'ex presidente Menem a dichiarare che “il calcio è una delle principali attività culturali dell'Argentina”...) ma per questo quartiere è un vero e proprio simbolo identitario.
Il Boca Juniors, club fondato dagli immigrati genovesi (all'inizio i giocatori erano infatti chiamati “los xeneizes”, che in dialetto genovese significa appunto “i genovesi”), raccoglie nel suo mitico stadio a forma di ferro di cavallo tutta la voglia di riscatto di un quartiere tradizionalmente povero e diseredato.
E allora, dovevo una foto a qualcuno, eccola...
Comunque esplorare La Boca è decisamente consigliato, alla faccia delle guide e degli stessi portenos. Oddio, magari sono stato solo fortunato, come mi ha detto qualcuno, e sicuramente la sera il quartiere deve fare tutt'altra impressione, ma io non ho mai avuto neanche la sensazione del pericolo.
E poi, in verità, non potevo mica pensarla diversamente dal mio mito Wong Kar-Wai, che proprio nel quartiere e nei dintorni dello stadio ha ambientato Happy Together. Intervistato, ha dichiarato: “Mi piaceva La Boca perché mi ricordava di un posto di Honk Kong, per l'odore. Mi dissero che era pericolosa, ma io ho pensato: a me non sembra poi tanto pericolosa”.
La Boca mi è piaciuta molto, sarà anche che mi ha salutato con un tramonto spettacolare...
Anche se, a proposito dell'odore, il fiume è veramente pestilenziale, ma l'odore acre si mischia con quello dolce dei venditori ambulanti di mandorle caramellate...
Vi lascio con due curiosità che riguardano il quartiere.
La prima è che a fine '800 gli immigranti genovesi, dopo uno sciopero, avevano addirittura dichiarato il quartiere “Repubblica Indipendente de La Boca”, con una bandiera speciale, e sembra sia dovuto intervenire il Presidente in persona.
La seconda è che proprio qui è stato eletto il primo deputato socialista.
(embé, direte voi? niente, era così, tanto per dire)

2 commenti:

  1. dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa, dimmi che mi hai preso la sciarpa....

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  2. maurizio non ho comprato ancora niente perché sapevo di dover viaggiare parecchio dopo buenos aires. ma arriverà anche il momento dei regali... tanto alla boca devo tornarci comunque.

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