lunedì 21 aprile 2008

Dove la sinistra c'è ancora

Va bene, lo so, non è questo il luogo adatto.
Prometto, è l'ultima volta (sto tenendo le dita incrociate, però).
Stasera tornavo verso l'ostello con una passggiata defatigante (anche perché finalmente il fumo sembra se ne sia andato) e, dopo essermi imbattuto in un improbabile concerto in una zona resa pedonale di Avenida De Mayo, passando per l'obelisco noto un centinaio di persone che fanno festa con bandiere e canti vari. Penso alla domenica di sport e immagino i tifosi che festeggiano (qua a ogni partita festeggiano come da noi lo scudetto, sono pazzi). Poi mentre scatto una foto uno mi chiede che succede. Io rispondo boh, sarà per una partita. Però hanno tutti bandiere del Paraguay, mi fa. E in effetti era vero. Mi avvicino un po' e noto che hanno anche cartelli dal chiaro stampo politico.
Poi ricordo che c'erano le elezioni in Paraguay, e anche se i risultati non erano ancora definitivi, i paraguayani festeggiavano il cambio di governo dopo circa 60 anni di potere della stessa oligarchia.
Ha vinto (pare) Lugo, ex vescovo appoggiato dalla sinistra, con un programma piuttosto radicale di lotta ai latifondi e alla soia transgenica, che in pochi anni ha ridotto alla fame i contadini e ha fatto diventare semplici braccianti tanti piccoli proprietari terrieri. Lugo è appoggiato fortemente anche da Lula e dal movimento dei Sem Terra.
Qui in Argentina la cosa è molto sentita perché sono addirittura due milioni (su sei milioni di abitanti del Paraguay) gli emigrati in questo paese.
Non so, giusto per portare un segnale di speranza. Qui c'è un senso della sinistra e della lotta sociale che per noi ha un sapore antico, e lo dico in senso buono. Ne riparleremo.
Non voglio angustiarvi oltre, però mi è capitato questo giornale uruguagio che spiega in parole semplici quello che è successo in Italia. Ovvero, dà una interpretazione, che però mi sembra quanto mai lucida, considerata che viene da un giornale dell'Uruguay...
Vi allego una riproduzione, basta leggere anche solo il primo paragrafo.
Piuttosto forte l'idea che si ricorra finalmente a sanzioni internazionali, visto che gli italiani non riescono a liberarsi da soli del "pifferaio di Hamelin, delle sue battute grevi, del suo denaro senza limiti, delle sue ballerine, dei suoi corrotti e corruttori" che, con i prossimi 5 anni più 7 di governo, dice l'articolo, avrà dominato la politica italiana per 26 anni, 4 in più di Mussolini.

4 commenti:

lukkauppa ha detto...

E con chi vuole prendersela Carotenuto? Sentir parlare la sinistra italiana mi fa venire il ribrezzo... falce e martello, fuori dal tempo, idee confuse, elitari e spocchiosi, lontani...
Berlusconi e Bossi sono il meglio che riusciamo ad esprimere come popolo. I cervelli e i Nobel li esportiamo perchè incapaci di comprenderli.
E con chi ce la prendiamo noi?
Con chi è stupido o con chi non riesce a farsi capire?
Mah, sbando totale...
Per fortuna la recessione si porterà via tutto.
Spreconi, molli, viziati, modaioli a destra come a sinistra: l'italiano presuntuoso e ipocrita, provinciale e ignorante, col SUV e senza cultura, etica, sogni.
Farò di tutto per non essere qui a vedere lo schifo finale.

Anonimo ha detto...

...aaaaaaaambèh! Come al solito, l'unica soluzione sarebbe: andiamocene tutti, no?
Mi complimento con voi!!
Piuttosto, ieri, all'auditorium di Roma - in occasione del festival della filosofia - si è tenuto un incontro con un certo Zizek, psicanalista polacco; in merito a certe riflessioni sul "messaggio residuale del 68' visto ai giorni nostri", 'Costui' rimpolpava quanto da me medesimo/a è stato consigliato qualche blog fa': "siate realisti - diceva - non fate inutile ideologia. Abbiate il coraggio di re-inventare il "comunismo"..."
Se ci tieni o' veramente', pensaci tu, Andrea, insieme ad altri...
Io ho un dovere più urgente: ho da re-inventare me stesso/a...
A' Dios!!!

Anonimo ha detto...

...òps, lo psicanalista è slovacco, importante eeeeeeeeeèh!!

lukkauppa ha detto...

Superficiale dire che non si siaano cercate altre soluzioni.
Se non mi conosci, non giudicarmi.
Grazie