Già arrivarci in autobus è un sollievo, perché ai chilometri e chilometri di piatta alternanza di pascoli, campi di soia transgenica e grano, ad un certo punto all'orizzonte appare qualcosa più alto della solita spiga di mais: una montagna.
Certo, non sono le Ande, anche se, abituati alla mancanza di senso verticale, quasi lo sembrano, in lontananza. Sono semplicemente le Sierras centrali, ma ci accontentiamo volentieri.
La tradizione gesuita (qui hanno fondato la prima università del paese) ha lasciato in eredità sette università (con un paio di magnifici campus) e una marea di studenti che inondano la città di giorno, ma soprattutto di notte (tra l'altro la facoltà di lingue ha anche ottimi e economicissimi corsi per stranieri sia settimanali che mensili).
Forse per questo Cordoba è molto viva, ha un'offerta culturale invidiabile, e miriadi di locali, bar, tavolini all'aperto, spettacoli di strada, librerie, manifesti di concerti...
Mi appare come mi immagino doveva essere la Bologna o la Padova dei tempi che furono.
Due esempi su tutti: per le affollate strade pedonali del centro oltre a chi vende empanadas caseras trovi spesso ragazzi che, come al mercato, bandiscono ad alta voce “libros!” per attirarti nella loro libreria o addirittura ti fermano per strada per sapere se c'è un libro che vorresti leggere (ma anche vendere, volendo).
L'altro: ad un semaforo, di sera tardi, mi sono imbattuto non nel pur diffuso qui giocoliere che si mette davanti alle macchine in attesa (quelli, seppur raramente, mi è capitato di vederli anche da noi), ma in un vero e proprio gruppo composto da tre giocolieri e quattro che, dietro a loro, suonavano strumenti a fiato, trombe et similia. Ed era un incrocio qualsiasi, non di una strada principale. Voglio dire, non ha nessuna giustificazione economica, seppure qualche automobilista ti dà qualche spicciolo dividendolo in 7 non rimane niente. Sembra più che altro una rivendicazione quasi situazionista dello spazio cittadino. Splendido.
Di curioso c'è stata la visita guidata ad una cripta gesuita (hanno fatto la cripta e non la chiesa, e poi col tempo è diventata ospedale e cantina per il vino...) dove il classico tipo che alle visite guidate tempesta di domande la guida alla fine ha voluto ringraziarmi perché dal Vecchio mondo ero venuto fin lì a vedere la loro piccola Storia. Cioè ha voluto proprio darmi la mano e ringraziarmi, dicendo che era molto contento di avermi conosciuto...
A Cordoba c'è anche un interessante museo storico in cui si ricostruisce la vita di una casa coloniale del XVIII secolo. E' divertente provare a calarsi nella parte, quasi quasi mi sarebbe piaciuto davvero, chissà...
Un giorno me lo sono preso per andare a vedere uno dei dintorni di Cordoba, in particolare Villa Gracia. Ancora una volta sono rimasto stupito per l'efficienza del sistema dei trasporti: per le piccole e medie distanze usano questi microbus che hanno una frequenza spaventosa, tipo 10-15 minuti (moltiplicati per le diverse compagnie che operano sulla stessa tratta...). E infatti tutti usano i bus.
Villa Gracia ha una delle estancias gesuitiche della provincia e una casa-museo di Che Guevara, che ha vissuto qui la sua giovinezza (in realtà è nato a Rosario, ma la famiglia si è trasferita qui proprio per curare l'asma di “Ernestito”, come lo chiamavano da bambino). La casa museo è ricca soprattutto di documentazione fotografica, ma la cosa più interessante è il bar/ristorante/centro culturale che c'è accanto, ricco di memorabilia del Che e gestito da una coppia eccentrica di cantanti/poeti/declamatori che la sera fanno concerti e di giorno mandano il cd con le loro performances in rotazione...
2 commenti:
un saluto veloce!
ho recuperato il passo dopo qualche giorno latitante.
Ma della ragazza a cui regalato il dvd non dici niente? dì la verità quale è il vero blog dove metti le cose serie?
ma che viaggio è se non parli delle donne? va bene il cibo però...
ti abbraccio
ro
Vienes quemando la brisa/con soles de primavera/para plantar la bandera/con la luz de tu sonrisa....
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